Attualmente il 75% delle emissioni di gas a effetto serra dell’UE è riconducibile alla produzione e all’uso di energia fossile. Intraprendere un percorso verso lo sviluppo e l’impiego di energia proveniente da fonti rinnovabili, è la soluzione.
Il percorso rinnovabile dell’UE
La trasformazione del settore energetico è un percorso che l’UE deve intraprendere senza meno. La neutralità climatica, infatti, è un traguardo che deve essere raggiunto entro il 2050, come convenuto dai leader europei nel durante l’accordo di Parigi.
Sarà necessario:
- aumentare l’efficienza energetica;
- sostenere fonti energetiche più verdi;
- instaurare migliori collegamenti tra i mercati nazionali dell’energia.
Il Green Deal europeo, un’ulteriore spinta alla decarbonizzazione
L’avvio del Green Deal europeo nel dicembre 2019 ha dato un ulteriore impulso alla decarbonizzazione del sistema energetico dell’UE. Nel dicembre 2020 i leader dell’UE hanno approvato un obiettivo riveduto di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.
Un obiettivo decisamene ambizioso per un’Unione europea più verde, più circolare, più digitale e al tempo stesso competitiva a livello mondiale.
L’aumento e l’impiego di energie rinnovabili ha avuto un impatto quantificabile sulla riduzione delle emissioni di CO2?
Lo studio britannico “Drivers of declining CO2 emissions in 18 developed economies” – condotto dai ricercatori del Tyndall Centre for Climate Change Research dell’Università britannica di East Anglia (Uea) e pubblicato su Nature – dice di sì.
I ricercatori hanno analizzato il trend delle emissioni prodotte da 18 economie sviluppate tra il 2005 e il 2015, tra cui Regno Unito, Francia e Germania. Dallo studio è emerso che le politiche a sostegno dell’energia da fonti rinnovabili ed il loro impiego, hanno contribuito alla riduzione delle emissioni di CO2 con una media del 2,2% all’anno.
Senza dubbio le emissioni sono ancora elevate e molto ancora si deve fare. Tuttavia, le nazioni oggetto dello studio sono responsabili del 28% delle emissioni globali di carbonio. Ciò significa che una riduzione delle emissioni può apportare un contributo importante a livello globale.
Secondo lo studio un elemento in comune tra i diciotto Paesi è stata l’adozione di politiche che incoraggiano l’efficienza energetica. A questo proposito i ricercatori hanno trovato diverse correlazioni:
- tra la riduzione del consumo di energia e il numero di politiche che promuovono l’efficienza energetica in un paese;
- tra la diminuzione della proporzione di combustibili fossili nel mix energetico e le politiche che promuovono le rinnovabili;
- tra il declino delle emissioni totali e le politiche finalizzate alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici.
Occorre ancora lavorare molto per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica nel 2050, ma lo studio evidenzia come in ogni Paese, le politiche energetiche e climatiche a livello centrale siano un elemento decisivo per mantenere sotto controllo le emissioni di carbonio.